Chiara Carolina BACCIN
Scusa-Te se credo
Lo Psicodramma come trattamento del disturbo da uso di sostanze in contesto residenziale: una possibilità e un'opportunità
Anno accademico 2021
Le prime righe del testo: Il presente lavoro nasce dal mio desiderio di sperimentare una modalità alternativa di prendersi cura, all’interno di un percorso di trattamento della tossicodipendenza, che non sia totalmente verbale e che favorisca la narrazione di sé e l’autoespressione, stimolando un cambiamento che nasca dal relazionarsi con sé e con gli altri in una forma più utile e gratificante, naturale, più corrispondente a sé stessi.
Alice BARAVALLE
Conflitto intrafamigliare
Esperienze di psicodramma triadico con adolescenti
Le prime righe del testo: Questa tesi nasce dalla mia esperienza lavorativa all’interno dell’associazione biellese Dedalo, la quale si occupa di percorsi a breve e lungo termine con famiglie e adolescenti. Fino a poco tempo fa, non pensavo di essere adatta a lavorare con gli adolescenti: credevo che loro non mi piacessero e temevo io stessa di non piacere a loro. Nonostante possa dichiararmi abbastanza serena e risolta rispetto alla mia stessa adolescenza, semplicemente pensavo di poter fare un lavoro più equilibrato e duraturo con gli adulti. Per cui, quando mi sono trovata quasi contemporaneamente ad insegnare in una scuola superiore e ad accettare l’invito di collaborazione con Dedalo, mi sono dovuta velocemente e sorprendentemente ricredere. L’esperienza che ne e scaturita e stata (e continua ad essere) bellissima e difficilissima, e per questo motivo non intendo ancora concluderla.Nello specifico, questo elaborato verterà sullo psicodramma in un setting triadico, in cui il focus è stata la diade madre-figlio/a, da me condotti con l’ausilio di alcune tecniche codificate, al fine di migliorare la comunicazione intrafamigliare, la capacità di esprimere la propria verità soggettiva e di accogliere quella altrui, la possibilità di incontrare l’Altro al di là dei propri limiti, reali o fantasmatici.
Cristina BERGO
Incontro alla fine: l’abbraccio della spontaneità
Lo Psicodramma e l’accompagnamento al morire
Anno Accademico 2017
Le prime righe del testo: Questa tesi di specializzazione è, per me, un’ottima occasione per elaborare il percorso di tirocinio svolto con un gruppo continuativo di psicodramma, per pazienti oncologici, presso il Servizio di Psicologia Clinica dell’ASST Santi Paolo e Carlo.Ogni lunedì, per quattro anni, ho accompagnato questo gruppo di pazienti, da principio osservando e poi conducendo io stessa il gruppo, alternandomi con il tutor, il dott. Ivan Fossati.E’ stata un’esperienza intensa, sia dal punto di vista formativo che umano.Non poteva essere altrimenti: lo psicodramma richiede di entrare in contatto con la propria umanità, e con quella delle persone che partecipano al gruppo.E quando si ha a che fare con chi sta fronteggiando una malattia, come quella del cancro, con chi sta facendo i conti con la propria vita e con la propria morte, è soprattutto l’essere umano che emerge, nella sua dimensione esistenziale.
Elisabetta BONIZZONI
Il formatore scalzo
Il coraggio di rompere copioni e la ricerca di strumenti per orientarsi
Anno Accademico 2021
Le prime righe del testo: Perché ho scelto come argomento di tesi l’esperienza di formazione in un contesto scolastico per adulti? Dove mi ha portato questa scelta? Quali passaggi evolutivi sono accaduti nel corso degli anni e quali altre spinte al cambiamento? O semplicemente… perché questa tesi? In questo lavoro riporto l’esperienza svolta durante il terzo anno di frequenza della scuola di psicodramma come docente in un corso di formazione professionalizzante per operatori socio sanitari.
Luigia BOZZO
DA BRUCO A FARFALLA
Percorsi di psicodramma con classi di preadolescenti
Anno Accademico 2020
Le prime righe del testo: “Cosa farò del resto della mia vita?” Questa domanda è sorta quando il Ministero della Pubblica Istruzione ha deciso che era giunta l’ora di mandarmi in pensione. Dopo aver fatto l’insegnante di lettere alla scuola media per un lungo periodo ed aver dedicato anima e corpo all’educazione dei preadolescenti, tale domanda si presentava con una forza sconvolgente. Non mi sembrava abbastanza attraente il pensiero che avrei avuto più tempo per la lettura, i viaggi, il ballo, le passeggiate, la partecipazione ad eventi vari … Tutto questo era bello, ma non sufficiente!In quel periodo, mi capitava di pensare alla domanda che si ponevano i miei alunni arrivati in terza media: “Cosa farò da grande?” Come li capivo! Non si trattava di trovare il modo di riempire il tempo, ma di scoprire qualcosa che desse senso al resto della mia vita. Doveva accendersi dentro di me la scintilla dell’entusiasmo, anzi riaccendersi la scintilla che mi aveva fatto sentire l’insegnamento come una professione unica e speciale per la quale valeva la pena spendere tante energie.Per via del tutto inaspettata si è presentata la risposta attraverso un incontro, tanto caro a Moreno!
Elena CIAMPI
IO E L’ALTRO
Ruolo, inversione di ruolo e neuroscienze
Le prime righe del testo: Questa tesi nasce dalla curiosità e dal desiderio di creare delle connessioni. Il mio lavoro da psicologa mi ha portato in questi anni a scoprire il vastissimo e, a mio avviso, affascinante ambito delle ricerche neuroscientifiche e mi sono più volte chiesta come tali ricerche potessero integrarsi all’interno del percorso di studi che stavo affrontando per diventare psicoterapeuta psicodrammatista. Intuivo, infatti, che alcuni concetti in cui mi imbattevo afferenti in particolare alla neurobiologia dello sviluppo erano legati, risuonavano con altri inerenti alla teoria e alla pratica psicodrammatica; questa tesi è stata dunque l’occasione per fare chiarezza, o quanto meno iniziare a fare chiarezza, circa queste intuizioni. Non è stato semplice trovare nella letteratura a mia disposizione articoli o testi che trattassero dello Psicodramma con gli occhi di un neuroscienziato ed è stato dunque necessario operare alcune scelte di campo; la tesi infatti prende in considerazione non tutta la teoria psicodrammatica nel suo complesso, ma un preciso aspetto teorico: il ruolo.
Marta CODATO
LO PSICODRAMMA A SCUOLA PER RIDURRE IL DISAGIO ADOLESCENZIALE
Le prime righe del testo: É stato usato il metodo psicodrammatico, inventato da Jacob Levi Moreno, in una classe prima di un Istituto Superiore di Trento. Gli effetti del percorso sono stati misurati - prima e dopo la sperimentazione - con uno strumento chiamato Core_OM. Lo stesso strumento è stato somministrato – alla medesima distanza temporale – agli studenti di un’altra classe prima, che non ha seguito il percorso psicodrammatico (gruppo di controllo). I risultati evidenziano alcuni effetti positivi in termini di riduzione dei sintomi ansiosi/depressivi e dei comportamenti auto ed eterolesivi.
Fulvio COLLODET
LA CONDUZIONE DI PSICODRAMMA COME ATTO CREATIVO
Alcune esperienze di conduzione
Le prime righe del testo: Per molti anni mi ha tormentato l’idea che non mi sarei potuto rioccupare in ambiti professionali differenti da quelli in cui avevo fino ad allora trascorso le mie vicende lavorative al termine degli studi in ingegneria. Un giorno di alcuni anni fa, quasi per caso, ho contattato la scuola di Psicodramma di Boria, mi sono informato, ho chiesto, ho domandato, ho ragionato, e l'indomani, con una buona dose di incoscienza, mi sono iscritto. Nel 2015, al termine del quarto anno di corso per conduttori di gruppo, ho iniziato a realizzare le mie prime conduzioni sperimentandomi in contesti nuovi e anche abbastanza differenti fra loro. Sono così trascorsi alcuni anni, intensi, a volte faticosi, ma anche ricchi di buone esperienze e intime soddisfazioni. Grazie a questo percorso ho maturato la convinzione che lo psicodramma, oltre ad essere un metodo estremamente potente per lo sviluppo e la cura della persona, è anche uno spazio dove lo stesso conduttore ha l’opportunità di esprimere la propria creatività e di dare una forma ad un proprio modo di essere e di vivere le relazioni con se stesso e con gli altri. La curiosità, infatti, mi ha portato in questi anni ad approfondire argomenti nuovi, come ad esempio la formazione aziendale, lo psicodramma biblico, il disegno onirico, lo psicodramma a due e lo storytelling, e a lavorare con gruppi in contesti differenti: gruppo continuativo di adulti, serate aperte, gruppo di adolescenti, animatori e catechisti, classi delle elementari e delle medie. La curiosità e la ricerca di una personale forma espressiva sono state le sollecitazioni del mio peregrinare psicodrammatico. Ho sempre dedicato tempo e ricerca alla preparazione delle conduzioni, curando i dettagli e la forma estetica, sempre con uno sguardo attento agli obiettivi, al contesto e al contratto con il gruppo. L’esperienza, però, mi ha insegnato che necessariamente una buona parte della conduzione nasce in seno alla conduzione stessa. Con il tempo si sono ridotte le parole, semplificate le consegne, ed è aumentato lo spazio a disposizione per “ciò che accade”. Questo spazio che si fa possibile laddove il conduttore si fida del metodo, di se stesso e del gruppo, è il luogo dove va di scena la creatività.
Laura DELLI CURTI
“IO NON SO COS’È SUCCESSO: DEV’ESSERE STATA UNA POZIONE!”
Trama e ordito nella tessitura dello sguardo del Direttore: come e cosa osservare in una sessione di psicodramma
Anno Accademico 2018
Le prime righe del testo: Non ho una tesi da dimostrare ma occhi aperti per ascoltare… ha avuto inizio tutto da un’azione seguita da riflessione: tempo fa è capitata l’occasione di analizzare con gli occhi di psicodrammatista i video del percorso terapeutico di una paziente di Giovanni Boria; dall’incrocio e confronto di analisi di pazienti diversi è stata estrapolata una griglia di lettura di questo tipo di materiale. Questo strumento di osservazione si rivela utile in fase di formazione al ruolo di direttore e, se interiorizzato e connesso al sentire del terapeuta nel qui ed ora della conduzione, ad uno psicodrammatista nella sua pratica professionale.Il mio tentativo in questo elaborato è quello di approfondire, anche attraverso la guida della letteratura, gli aspetti teorici e metodologici che stanno a fondamento della lettura del percorso della paziente.
Barbara DONVITO
COMUNQUE SPERANZA
Esperienza di Psicodramma a due e di gruppo con malati di Parkinson e caregiver
Le prime righe del testo: La mia tesi prende spunto da riflessioni che ho potuto maturare grazie al tirocinio svolto presso il servizio di psicologia di un ospedale del bellunese. Durante il tirocinio che ha accompagnato questi importanti quattro anni di formazione ho avuto la possibilità di entrare in contatto con l'Associazione per il Parkinson. Per questo ringrazio la mia tutor dott.ssa Francesca De Biasi che mi ha messa in contatto con questa importante realtà e che si è mostrata da subito interessata ed incuriosita rispetto alla mia proposta.Nel corso del tempo ho potuto organizzare diversi gruppi a termine con lo psicodramma e per me questa è stata veramente un'esperienza umana di grande significato. I gruppi erano composti da malati e caregiver; all'inizio avevo dei dubbi riguardo a questa organizzazione e poi ne ho colto le problematiche, ma ho accolto la richiesta dei partecipanti.
Chiara GARINO
SE LE FORMICHE SI METTONO D'ACCORDO POSSONO SPOSTARE UN ELEFANTE
Lo psicodramma a servizio di un’organizzazione: un’esperienza di Team Building
Le prime righe del testo: Come nasce un progetto formativo? Quali attenzioni si devono avere nell’interlocuzione con le organizzazioni? Come si gestiscono contingenze e imprevisti? Ma soprattutto… lo psicodramma nelle organizzazioni: perché?In questa tesi, si cercherà di sistematizzare l’utilizzo della metodologia al servizio delle imprese, partendo dal delineare le fasi del processo formativo per arrivare ad osservarne l’applicazione e lo sviluppo attraverso l’analisi di un’esperienza di psicodramma in contesto organizzativo: un percorso di team building rivolto a 18 responsabili di reparto di una azienda logistica del torinese.
Loredana LEONE
IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO
La sfida del cambiamento in età anziana: dalla dimensione della perdita alla scelta di lasciare
Le prime righe del testo: Il presente lavoro nasce da un’esperienza, per me preziosa, di un’esperienza di conduzione con metodologia psicodrammatica classica di un gruppo psicoterapeutico per il trattamento di pazienti anziani over 65, in seno al mio tirocinio di specialità svolto presso la S.C. di Psicologia Clinica Polo Ospedaliero San Paolo - ASST Santi Paolo e Carlo, Milano. L’esperienza, condivisa con un collega psicoterapeuta in formazione come me presso la scuola di Specializzazione in Psicoterapia dello Studio di Psicodramma a Milano, si è protratta 13 mesi, dal maggio 2018 al giugno 2019. Attualmente, a seguito della conclusione del nostro percorso formativo, il gruppo è guidato da due nuovi conduttori.L’obiettivo del presente lavoro è compiere alcune riflessioni sull’esperienza compiuta e sull'efficacia clinica del trattamento psicoterapeutico con pazienti anziani, a partire dalla presentazione di un single case di una donna 72enne con diagnosi di lutto complicato. In questa prospettiva si è rivelato utile soffermarsi sul concetto di cambiamento in ambito psicoterapico e sulla teoria di riferimento per individuare i fattori specifici e aspecifici che sembrano concorrere maggiormente all’efficacia dell’esperienza clinica.
Stefania MACCHIERALDO
PSICODRAMMA CON LE COPPIE
Una giostra tra intersoggettività ed interdipendenza
Le prime righe del testo: Perché, in quanto psicoterapeuti, occuparsi di relazioni amorose in crisi? Scegliere l'argomento su cui scrivere la mia tesi di specializzazione non è stato facile. La mia formazione in psicoterapia con lo psicodramma mi ha dato un approccio, strumenti ed un “linguaggio” nel lavoro con gli altri, che mi ha consentito di spaziare molto: per tipologia di utenti, contesti e tematiche.I miei lavori e le mie esperienze vanno dalle donne vittime di violenza, con cui lavoro ormai da anni; dalle donne ed i loro compagni, che affrontano la dolorosa esperienza del cercare un figlio che non arriva; alle dinamiche relazionali critiche in ambito professionale ed aziendale; fino alle storie dei pazienti privati che, in gruppo o seduti davanti al setting dello psicodramma a due, portano sulla scena, insieme ai sintomi e al disagio, il loro mondo interno in tutta la sua umana ricchezza.Un filo comune, praticamente tutte le storie, sono le fatiche relazionali e, in molti casi, affettive ed amorose.
Carmen Ramona MATEI
INTERVENTO PSICODRAMMATICO CON PAZIENTI ONCOLOGICI
Il cambiamento terapeutico: dal setting in presenza al setting online
Le prime righe del testo: La mia presenza al gruppo oncologico risale a settembre dell’anno 2017 come specializzanda in psicoterapia psicodrammatica moreniana, all’interno dell’ASST Santi Paolo e Carlo, U.O.C Psicologia clinica, Milano.Incontro il gruppo alla sua 17 esima sessione e assumo il ruolo di osservatore. A due anni di distanza, a settembre del 2019 subentro nel ruolo di co-conduttrice e il gruppo si trova alla sua 88° sessione. La mia presenza in questa veste dura fino a dicembre del 2020. L’ultimo incontro in presenza risale a 17 febbraio del 2020, dopodiché a seguito del lockdown imposto dalla situazione di emergenza sanitaria Covid-19, il gruppo si incontra nel setting online attraverso la videochiamata skype. Quindi da marzo a dicembre del 2020 il gruppo si svolge in modalità online e continuerà così anche con l’inizio del 2021, vista la fragilità psicofisica di questa categoria di utenza e la situazione di emergenza sanitaria tuttora delicata. In toto si tratta di essere stata testimone a circa 125 sessioni di gruppo, di cui 70 come osservatrice e 55 come co-conduttrice (20 in presenza e 35 online).Sono stati anni formativi che hanno messo delle basi solide alla mia formazione professionale e umana. Lavorare con persone con una malattia come il tumore è stato per me un’occasione di apprendimento concreta in cui sperimentare come lo psicodramma possa contribuire a maggiore benessere psicologico per questa categoria di utenza. Stare meglio si può, anche quando si è colpiti da una diagnosi così spaventevole e spaventante. La gratificazione che arriva è immensa per il senso di utilità esperito a fronte di movimenti psicologici evolutivi nelle persone assistite. Questi movimenti sono percepibili sia all’occhio dell’osservatore che dal posticino in cui verbalizza le sessioni è con un occhio alla tastiera e uno al gruppo, sia attraverso la co-conduzione, soprattutto in questa veste che mi ha visto direttamente coinvolta nelle scelte registiche indirizzate al gruppo.
Paolo MECACCI
SIGNORE E SIGNORI, VA IN SCENA LA FABBRICA!
Psicodramma e applicazioni Sociometriche all’interno dello stabilimento FCA MASERATI di Mirafiori - Torino
Anno Accademico 2016
Le prime righe del testo: Le prime righe del testo: Il lavoro formativo con lo “psicodramma moreniano”, assume lo scopo di stimolare un processo di riorganizzazione della visione interna delle persone, ampliando così la comprensione del senso del proprio lavoro, sensemaking (Weik, 1995), stimolando un cambiamento sia nell’agire individuale, che organizzativo.Nelle pagine che seguono, viene riportata un’esperienza diretta, che mostra come il “metodo di Moreno”, lo psicodramma, possa essere utilizzato in modo utile ed efficace all’interno di un’azienda all’avanguardia come FCA-Maserati, traghettando le persone che ci lavorano dentro in uno scenario lavorativo completamente nuovo, soprattutto sul piano culturale e della mentalità organizzativa, oltre che, nella dimensione tecnologica e produttiva.
Annalisa MORETTO
VIVA IL RE!
Esperienza di psicodramma classico in un Centro di Salute Mentale
Le prime righe del testo: Ho conosciuto la malattia mentale come aspetto della mia famiglia.Qualcosa da accettare, qualcosa di misterioso da proteggere e, a volte, da difendere. Un destino che non meritava troppe parole, quasi che ogni verbo proferito potesse solo aggravarlo. Anche da qui, forse, viene la mia attenzione per chi è “strano”, per chi è “diverso”, per quelle persone da cui, in genere, si ritiene importante stare distanti. Il Laboratorio di Psicodramma che ho condotto da aprile a dicembre 2018 presso il Centro di Salute Mentale di Villorba (TV) e che presento in queste pagine lega, quindi, i fili di un aspetto della mia vita e stimola riflessioni di psicodramma e altro.
Marco PEDRON
LO PSICODRTAMMA A DUE
Riflessioni sul setting terapeutico e una terapia
Le prime righe del testo: A volte (o sempre?) la Vita ti conduce senza che tu lo sappia. Venticinque anni fa, quando stavo facendo la mia psicoterapia personale, la mia terapeuta mi disse: “Tu un giorno farai lo psicodramma!”. Al che io gli dissi: “Lo psicodramma? E cos’è?”. Non sapevo neppure cosa fosse. Feci un paio di week-end di psicodramma a Padova ma poi tutto rimase lì… così almeno sembrò allora. Quando fu il momento di scegliere la scuola di specializzazione non ebbi dubbi: “Lo psicodramma!”. Ma solamente mesi più tardi mi ricordai di ciò che era successo vent’anni prima.E, così, oggi, mi sono ritrovato non solo a partecipare alle sessioni di psicodramma ma a essere addirittura uno psicoterapeuta psicodrammatista. Riflettendo non saprei dire se io ho scelto lo psicodramma o se lo psicodramma ha scelto me: in ogni caso è “amore” tra di noi e questo è ciò che per me conta.Da quando ho appreso gli elementi e la tecnica dello Psicodramma a due, questa rimane un riferimento fisso nella mia pratica clinica e sono sempre più sorpreso della sua efficacia e dei risvolti sorprendenti che hai nei pazienti. Riporto la battuta di uno dei miei pazienti: “Sa dottore, la prima volta che venni qui e mi mostrò gli scacchi, mi dissi: “Qui si gioca!” e mi venne quasi da ridere. Ma oggi le posso dire: “Qui si gioca la vita!” e quegli scacchi me l’hanno cambiata”.Questa tesi nasce sia dal desiderio di incarnare lo psicodramma nel colloquio clinico.
Mauro PENNISI
LA TANA DEL BIANCONIGLIO
Curiosità e sorpresa nella teoria e nella tecnica psicodrammatiche
Le prime righe del testo: Durante le mie conduzioni, sia con i compagni della scuola sia con i pazienti al tirocinio, mi sono trovato diverse volte in una situazione peculiare: quando si trattava di dare una consegna, specialmente durante il riscaldamento, ho notato che chi la stava per ricevere “pendeva dalle mie labbra”, attendendo con trepidazione qualcosa di vago, di indefinito, che avrebbe dovuto manifestarsi di lì a poco tramite le mie parole. Ciò mi faceva sentire una grande responsabilità, poiché percepivo che il gruppo era molto curioso riguardo cosa avrei proposto loro. Era come se i partecipanti fossero carichi di una qualche forma di energia, energia che aveva bisogno di una scintilla per manifestarsi in un’azione. Il mio compito era quello di fornire la scintilla adeguata. Se non fosse stata adeguata, quell’energia avrebbe preso una via diversa dall’atto creativo, lasciando i membri del gruppo non riscaldati o, peggio ancora, più ansiosi di prima.
Chiara PIDELLO
PSICODRAMMA E SPORT UN BINOMIO PERFETTO.
Esperienze di psicodramma con atleti e gruppi di atleti
Le prime righe del testo: L’idea di scrivere una tesi sulla Psicologia dello Sport è sempre stata presente nella mia mente fin dai tempi della triennale all’università. Per varie ragioni e vicissitudini mi trovo solo, o meglio, finalmente ora a poterla scrivere.Credo fortemente nel potere educativo e trasformativo dello sport nonché nei suoi valori più alti quali la cooperazione, la messa in gioco personale e di gruppo, l’importanza di porsi degli obiettivi, di “lavorare” con la mente e con il corpo per poterli raggiungere e l’importanza del rispetto per sé stessi e per l’altro.Quando si parla di sport spesso si dice che è una scuola di vita, e io questo detto lo traduco in sport come possibilità di accedere alle esperienze fondamentali per la crescita personale quali la gratificazione, la frustrazione, la pianificazione degli obiettivi, il desiderio e il divertimento, la possibilità di sperimentare il giusto equilibrio tra la cooperazione e la competizione. Queste capacità si sviluppano in modo naturale nel corso del tempo, sostenute dal coinvolgimento attivo e diretto dell’individuo nella sua pratica sportiva.Desidero scrivere una tesi riferendomi a questo ambito tanto specifico quanto trasversale ai diversi livelli di lavoro, da quello più propriamente clinico a quello formativo.
Stefano PIROVANO
DOTTORE ME LO DICA LEI: POSSO ANCORA CAMBIARE ALLA MIA ETÀ?
Studio pilota sull’efficacia della psicoterapia psicodrammatica con pazienti over 65
Le prime righe del testo: I cambiamenti demografici degli ultimi anni pongono l’accento sulla necessità di proporre interventi efficaci rivolti a pazienti appartenenti alla fascia di età over 65. Tra gli interventi possibili la terapia di gruppo con metodologia psicodrammatica classica appare come particolarmente adeguata in quanto promuove l’espressione della propria storia personale, l’adattamento a ruoli differenti e la creazione di un profondo senso di appartenenza, in risposta al vissuto di solitudine tipico di questa fascia di età. Tuttavia in letteratura sono presenti pochi studi dedicati alla valutazione dell’efficacia di un intervento psicodrammatico rivolto a pazienti over 65. L’obiettivo del presente lavoro è la presentazione dei dati emersi da uno studio pilota rivolto ai partecipanti di un percorso di gruppo attivo dal 2018 presso la S.C. di Psicologia Clinica del Polo Ospedaliero San Paolo (ASST Santi Paolo e Carlo di Milano). Al fine di valutare l’efficacia del trattamento si è utilizzata la somministrazione del CORE OM e l’analisi dei trascritti verbatim di 44 sessioni.
Nicola SENSALE
L'INTERSOGGETTIVITÀ’ NELLO PSICODRAMMA
Un contributo allo sviluppo e all'applicazione del concetto di Intersoggettività nella sessione psicodrammatica moreniana
Le prime righe del testo: Con questa tesi di diploma intendo offrire il mio personale contributo alla divulgazione del concetto di intersoggettività che rappresenta certamente uno degli sviluppi più importanti della psicologia del nostro tempo, nozione che, specie in ambito psicoanalitico, ha modificato il modo di osservare e definire i fenomeni psichici, i comportamenti e le relazioni umane.Come diplomando in psicodramma sarà mia cura illustrare, all’interno del presente lavoro, il modo in cui l’applicazione del concetto di intersoggettività si è declinata nella metodologia moreniana classica. Non lo farò solo da un punto di vista teorico, ovvero riportando gli studi di Giovanni Boria, ma anche citando il percorso in gruppo di una paziente di psicodramma moreniano, la giovane francese Ivonne. Cercherò infine di contribuire personalmente alla sua comprensione riportando conclusioni relative alla mia esperienza professionale in quanto direttore di gruppi di psicodramma.
Valeria ZUCANO
LA PSICOTERAPIA PSICODRAMMATICA COME CURA DELLA PERSONA E NON DEL SINTOMO
Le prime righe del testo: Questa tesi nasce dalle riflessioni fatte durante tutti i miei anni di studi, nonché dall'amore per il mio percorso formativo nella Psicoterapia Psicodrammatica. Ho fin da subito visto questo metodo come estremamente valido anche perché si configura come un approccio volto alla cura della persona nel suo complesso e non alla soppressione del sintomo, ed è appunto questo il tema che verrà trattato in questa tesi.